Un gruppo di ricerca australiano ha messo a punto un esame del sangue di semplice esecuzione in grado di individuare la malattia anche senza interrompere la dieta senza glutine.
Un nuovo approccio alla diagnosi di celiachia?
Per confermare il sospetto di malattia celiaca (MC) nelle persone che hanno reazioni avverse legate al glutine occorre che i pazienti interrompano la dieta gluten free per sottoporsi ai test. La reintroduzione del glutine comporta, però, il ritorno dei sintomi, un peso che si aggiunge al disagio di procedure diagnostiche invasive.
Di qui l'interesse che ha suscitato la notizia di un nuovo test, messo a punto da un gruppo di ricerca australiano, che potrebbe consentire di individuare la celiachia, con un esame del sangue di semplice esecuzione, senza dover interrompere la dieta senza glutine.
Si tratta di un test plasmatico di nuova concezione basato sulla misurazione dei livelli dell'interleuchina 2 (IL-2) che nei soggetti celiaci aumentano dopo l'ingestione di glutine. Nello studio australiano, pubblicato sulla rivista Gastroenterology, il test ha dimostrato una sensibilità fino al 90% e una specificità del 97% nell'identificazione della celiachia, senza richiedere l'ingestione di glutine da parte del soggetto che vuole sottoporsi al test.
Si tratta di un primo studio su un campione limitato, ma i ricercatori pensano che questo nuovo approccio possa aprire la strada a un iter diagnostico meno oneroso per i pazienti celiaci.
"Probabilmente milioni di persone in tutto il mondo convivono con una celiachia non diagnosticata semplicemente perché il percorso per arrivare alla diagnosi è difficile e, a volte, debilitante", ha affermato l'autore senior dello studio, il professor Jason Tye-Din, del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research (WEHI) di Melbourne, in Australia. E ha aggiunto: "La nuova ricerca potrebbe rappresentare una svolta, contribuendo ad affrontare uno dei maggiori deterrenti nelle attuali pratiche diagnostiche".
Lo studio con il nuovo test
I ricercatori del WEHI sono partiti dalla constatazione che l'interleuchina 2 (IL-2) aumenta nel flusso sanguigno dei celiaci subito dopo l'assunzione di glutine. Utilizzando un kit diagnostico sviluppato in collaborazione con Novoviah Pharmaceuticals, i campioni di sangue dei partecipanti sono stati mescolati con glutine per verificare la presenza del marker IL-2.
I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di 181 volontari di età compresa tra 18 e 75 anni, reclutati presso il Royal Melbourne Hospital. Tra questi, 75 persone affette da celiachia che seguivano una dieta senza glutine da almeno un anno, 13 con celiachia attiva non trattata, 32 con sensibilità al glutine non celiaca e 61 controlli senza celiachia o sensibilità al glutine. I livelli sierici di IL-2 sono stati monitorati prima e dopo una singola dose di stimolazione con glutine.
Il nuovo test, ha dimostrato un'elevata accuratezza per la diagnosi di MC, anche nei pazienti che seguono una dieta gluten free, con alta sensibilità (90%) e specificità (95%) e con una sensibilità inferiore (56%) nei pazienti con MC positivi all'aplotipo HLA-DQ8.
Il test ha richiesto solo piccoli volumi di sangue e ha mostrato risultati comparabili con test di laboratorio più complessi e poco utilizzabili nella pratica clinica.
I limiti della ricerca e i possibili sviluppi
Il principale limite di questo studio, riconosciuto dai ricercatori stessi, è che ha coinvolto partecipanti provenienti da un solo centro, con sottogruppi relativamente piccoli. Inoltre non sono stati valutati bambini e pazienti in terapia con immunosoppressori.
Vincent Ho, gastroenterologo della Western Sydney University, ha affermato che il test deve essere validato in altri laboratori e dovrà dimostrare di essere anche economicamente più efficiente dei test plasmatici attualmente più utilizzati, tra cui quello degli anticorpi anti-endomisio, che ha una sensibilità e una specificità del 98%.
Ho ha evidenziato le dimensioni ridotte del campione di questo studio e ha auspicato studi più ampi.
"La ricerca - afferma Ho - ha dimostrato che nei pazienti con celiachia una singola dose di glutine (10 grammi o l'equivalente di quattro fette di pane integrale) è in grado di provocare una reazione immunitaria rilevabile su un campione di sangue in laboratorio. Questo significa, in teoria, che la celiachia potrebbe essere diagnosticata senza la necessità di settimane di esposizione al glutine".
Tuttavia, ha specificato Ho, poiché il test valuta una risposta immunitaria al glutine, le persone che assumono farmaci immunosoppressori potrebbero non registrare alcuna reazione.