I celiachi sono piú o meno suscettibili al COVID-19? Un nuovo studio svela dati inediti sulla celiachia refrattaria

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Nessun sintomo correlato allo sviluppo di COVID-19, né prove di una maggiore probabilità di contrarre l’infezione nei celiaci refrattari: è quanto rivela un recente studio condotto dalla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Il Dott. Luca Elli, autore dello studio e membro del Comitato Scientifico Dr. Schär Institute, tra gli enti finanziatori della ricerca, commenta i risultati aprendo interessanti interrogativi di ricerca.

Abbiamo indagato i rischi legati al COVID-19 in soggetti più fragili e spesso trattati con terapie immunosoppressive come i celiaci refrattari, senza riscontrare nessuna sintomatologia correlata all’infezione” spiega Elli.

La celiachia refrattaria è una complicanza della celiachia caratterizzata da persistenza o ricorrenza di sintomi di malassorbimento con atrofia dei villi intestinali (1), che può distinguersi a sua volta in 2 tipologie, I e II, con la seconda caratterizzata da un quadro clinico più severo e rischio di sviluppare linfoma (2). Ad oggi, si stima che meno dell’1% dei celiaci ne sia affetto (1).  

Lo studio del Policlinico, che si è svolto durante la prima ondata pandemica, ha coinvolto un totale di 21 pazienti affetti da celiachia refrattaria, di età compresa tra i 42 e 77 anni, residenti nell’area di Milano. Tutti i soggetti sono stati preventivamente sottoposti a citofluorometria e biopsia duodenale che ne ha definito l’appartenenza alla tipologia I o II. Successivamente, è stata evidenziata l’eventuale presenza, nei 2 mesi antecedenti il reclutamento, di sintomi da COVID-19, ospedalizzazioni, screening per COVID-19 con test RT-PCR, nonché l’adozione delle corrette misure preventive (distanziamento sociale e uso dei dispositivi di protezione individuale) (3).

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Nonostante l’elevata presenza del virus nell’area oggetto dello studio, quella di Milano appunto, ma anche della fragilità dei pazienti reclutati, nessuno di loro ha manifestato sintomi da COVID-19 né ospedalizzazioni, né è stato quindi sottoposto a test RT-PCR nel periodo preso in esame (3). Un risultato positivo che non può che aprire a numerosi interrogativi sulla possibile azione di fattori legati alla celiachia nella modulazione della risposta antivirale.

Per quanto i risultati dello studio siano sorprendenti, permangono ancora abbastanza elementi per ipotizzare una maggiore suscettibilità dei pazienti con celiachia refrattaria alle infezioni. Secondo la British Society of Gastroenterology, infatti, alcuni pazienti affetti da celiachia refrattaria dovrebbero essere considerati ad alto rischio di infezione da SARS-CoV-2, per via della somministrazione di farmaci immunosoppressivi.

Oltre ai farmaci immunosoppressivi, ai corticosteroidi e agli agenti chemioterapici, altre condizioni, se presenti, possono aumentare la suscettibilità dei celiaci refrattari al virus, tra queste la malnutrizione dovuta a enteropatia proteino-disperdente e il linfoma a cellule T” – aggiunge il Dott. Elli.Per quanto riguarda la suscettibilità alle infezioni virali in generale, il dimero HLA-DQ2.5, tipico di circa il 90% dei celiaci e del 25-30% della popolazione caucasica, avrebbe una minore capacità di interagire con le cellule T linfocitarie, influenzando potenzialmente la risposta ai virus e ai vaccini”.

Come si spiegano, quindi, questi dati a fronte di una maggiore fragilità dei pazienti? Sebbene siano al vaglio diverse ipotesi, emerge un’elevata attenzione posta da questi soggetti nel seguire uno stile di vita “a basso rischio” durante la pandemia, proprio per timore di maggiori ripercussioni. Secondo Elli, nuovi dati saranno determinanti per chiarire le relazioni e gli interrogativi tuttora aperti in materia di celiachia e infezioni.

Fonti

1. Ministero della Salute. (2020). Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia - Anno 2018.

2. Al-Toma, A., Volta, U., Auricchio, R., Castillejo, G., Sanders, D. S., Cellier, C., … & Lundin, K. E. (2019). European Society for the Study of Coeliac Disease (ESsCD) guideline for coeliac disease and other glutenrelated disorders. United European gastroenterology journal, 7(5), 583-613.

3. Elli, L., Scaramella, L., Lombardo, V., Scricciolo, A., Doneda, L., Roncoroni, L., & Vecchi, M. (2020). Refractory celiac disease and COVID-19 outbreak: Findings from a high incidence scenario in Northern Italy. Clinics and Research in Hepatology and Gastroenterology.